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GLI ANIMALI E L'AMORE

  • Immagine del redattore: Milo
    Milo
  • 5 mar 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 16 nov 2018

Uno dei lati migliori di viaggiare tanto è incontrare gente di ogni posto, cultura e credo. Ti apre la mente, tanto per usare una frase fatta, e quando ti trovi a tornare a casa scopri con enorme sorpresa che quello che chiamavi problema di fatto non lo è; e il bello è che sparisce, non ce n’è uno divers0 che lo rimpiazza. Scopri persino che le cose che un tempo ti infastidivano potrebbero quasi farti piacere, o nel migliore dei casi accarezzarti e scaldarti con un po’ di senso d’appartenenza.

Uno dei lati peggiori invece, è stare lontano dal tuo cane – o da qualsiasi animaletto, se ne hai uno a cui tieni come io tengo al mio e lo chiami famiglia.

Della lontananza dai tuoi cari e dagli amici non sto neppure a parlare, ma almeno loro possono scriverti, parlarti, ascoltarti e vederti in videochiamata. Il tuo cane invece non può. Ho provato qualche volta, ma senza un po’ di astrazione suppongo che quella voce metallica che viene fuori dalle casse del pc o peggio ancora del tablet sia per loro poco diversa da un rumore, forse addirittura li infastidisce, nel migliore dei casi li lascia del tutto indifferenti.

Fuori dalla tua comfort zone c’è molto, ma non c’è esattamente tutto tutto quello che desideri. Te lo vogliono far credere a tutti i costi per farti avere bisogno di più cose, o di altre cose, e spendere più soldi. Qualcosa del genere.



Per questo mentre ero dall’altro lato del pianeta mi trovavo a provare momenti di autentico sconforto pensando al mio pastore tedesco. Era con mia madre, in buone mani ci mancherebbe, ma mi ritrovavo a soffrire di una nostalgia devastante.

Era una nostalgia selettiva, sia riguardo chi sia quando. Infatti mi capitava solo in certe notti, in altre per niente, e in quei precisi momenti – di solito poco prima di prendere sonno – mi mancava lui e solo lui.

Io non lo sapevo prima, è il mio primo cane, ma condividere parte della tua vita con un animale è una delle poche esperienze davvero senza prezzo della vita sulla terra. Non fosse altro perché per noi è una parte, appunto, mentre per loro è tutta. Tutto il loro arco temporale è compreso nel nostro. Noi, salv0 spiacevoli imprevisti, includiamo la loro vita nella totalità. Lo stesso non si può certo dire dei figli, né della maggior parte delle persone che incontriamo.

E poi è come avere sempre accanto un bambino, o un anziano; e non solo perché in parte manca loro l’autonomia. Un bambino perché si comportano da bambini, non hanno filtro, ogni stimolo esterno genera negli animali una reazione eccessiva e pura, incontaminata. Un anziano perché sanno e capiscono molto più di te. Mantengono lo spirito infantile e insieme incarnano la saggezza della vecchiaia, basterebbe mettere in pratica questo di insegnamento per vivere molto meglio anche noi uomini.

Così quando ero all’estero il mio cane mi mancava da morire. Io mancavo a lui? Chi lo sa, forse non ci pensava. Ma poi se l’è ricordato tutto insieme, appena mi ha rivisto, esplodendo in salti di gioia, di nuovo quella loro capacità meravigliosa di provare in ogni istante il massimo del sentimento provato in quell’istante. Una volta anche io ero così, poi ho scoperto che è una droga in cui gli up sono pericolosi quanto i down e allora ho costruito una diga.

Ma a proposito di sentimento, credo che il succo sia proprio questo.

Quante volte ho sentito dire che gli animali sono così speciali perché riescono a darti il loro amore incondizionatamente, senza prendere o pretendere nulla in cambio. Ecco, non dico che non sia vero, ma secondo me c’è dell’altro, qualcosa di molto più importante. Che è l’esatto opposto.



Per quello che ho visto e imparato vivendo quel poco che ho vissuto, il vero prodigio degli animali è che riescono a prendere il tuo amore, ad accettarlo, ad accoglierlo con purezza di cuore e di anima. Sono un recipiente illimitato per tutto l’amore che ogni persona si porta dentro e che nel mondo non sempre trova il canale adatto per esprimere. Un animale non userebbe mai, neppure involontariamente, il tuo affetto o il tuo sentimento come arma contro di te, come strumento di manipolazione, come fianco scoperto attraverso cui affondare una lama quando è ora, quando ti trovi in un momento di debolezza.

Sanno dare senza pensare, ma sanno anche prendere senza pensare. E non so quanti di noi possono dire la stessa cosa rimanendo sinceri.

Tutto questo l’ho capito solo dopo essere tornato a vivere in Italia, a casa con lui.

E ora, quando ci concediamo qualche giorno in Abruzzo e andiamo a spasso insieme tra le montagne, sembriamo davvero due vecchi amici. Due vecchi amici bambini, che si vogliono bene senza starci a pensare su.

Lui, che durante le lunghe passeggiate nei boschi mi precede sempre, a ogni curva e a ogni bivio si volta a guardarmi, e con quegli occhietti belli e profondi mi chiede in maniera così eloquente: Che si fa, destra o sinistra?

Facciamo destra, gli rispondo, oggi non ho voglia di fare la salita.

Nessuno dei due apre bocca, ma ci capiamo perfettamente.



© Maurilio Di Stefano, 2017

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