top of page

LEGGERE PESSOA A LISBONA (1)

  • Immagine del redattore: Milo
    Milo
  • 3 ott 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

LEGGERE PESSOA A LISBONA: I MIEI APPUNTI DI VIAGGIO E LA SUA BELLISSIMA POESIA


“Essere poeta non è una mia ambizione.

È la mia maniera di stare solo.”

F.P.



Entro in città accompagnato dalle parole di Pessoa, che fino ad oggi conoscevo pochissimo, lette sulla metro che parte dall’aeroporto e finisce a Sao Sebastiao.

Stamattina.

Frammenti stupendi e latte di luce.

Nulla capita mai per caso.


Giorno 1, ore 9.49 – Metropolitana di Lisbona, Linha Vermelha



“Sentire tutto in tutte le maniere,

vivere tutto da tutte le parti,

essere la stessa cosa in tutti i modi possibili allo stesso tempo…”




Moltitudini di scale.

Sciogliere e scomporre gli specchi dell’anima sui molteplici giochi dei gradini, poi scivolare in puro spirito a incastrarsi nelle montature degli occhiali in mezzo alle iridi dei turisti come me.

Incollarsi ai marmi delle piazze, scomporsi in ogni ciottolo della strada, sentirsi rivivere nei canti popolari e malinconici mescolati ai suoni di caffè nelle tazze. E vite portoghesi allineate ai tavolini.

Sentirsi risolto, benedetto, miracolato nel privilegio di viaggiare da solo alla scoperta di una città che già dal primo impatto sembra dolcissima.


Giorno 1, ore 10.27 – Rua da Palma



“Lontano da me in me esisto.”




C’è un vicolo

addormentato a oriente,

in cuore all’autunno

dove ottobre smarrisce

in fondo a una piazza senza nome

o in una città dalla lingua straniera

c’è un vicolo solo

pensato per ognuno

cercarlo è il miracolo

è là che andrò a morire

simile a un vecchio gatto

che sarà come addormentarsi

che sarà ogni volta al tramonto

all’ora del giorno

che non tocca mai notte

quando il colore della vita

squilla di luce più vera.


Giorno 1, ore 13.13 – Cattedrale



“Schiavi cardiaci delle stelle…”




È un mondo, il nostro,

di archi gotici

e mummie bambine

venute da lontano

e lo è sempre stato

è un mondo di rovine

è un mondo di pietra calda

di madonne ed arte povera

e poveri che annusano

il profumo della carta

è un mondo diroccato

che sa salvarsi a stenti

a forza di parole

ma quando i tetti crollano

il cielo si avvicina.

Giorno 1, ore 14.09 – Convento do Carmo

“Non credere o cercare: tutto è occulto.”

Simboli

una fiaba

mezzi amori

nelle tasche dei poeti

soldi spesi

sacerdoti

di antichi culti

gli scribi

gli scrivani

gli eretici e i pagani

son linee che s’intrecciano

negli arcani

occhi di blu cobalto

ogive attente

significati ignoti

i miti

il sangue dei racconti

versato

brilla sparso

nel cielo d’oro della notte.


Giorno 1, ore 14.13 – Convento do Carmo



“Finalmente io che non avevo dormito ho potuto alzare lentamente il mio corpo esausto di niente dal letto nel quale avevo pensato l’universo.”




Bilancio del primo giorno.

Un nuovo viaggio in una nuova vita.

E leggere Pessoa ad ogni angolo, sentirsi a casa.

Piastrelle ai muri, un riflesso ancora più bello del sole.

Fiori, murales, graffiti e colori: se dovessi scrivere una canzone su Lisbona avrebbe quattro strofe che parlano di questo. Il ritornello parlerebbe di poesia, al ritmo di Fado.

L’unica parola che conosco in Portoghese è Obrigado. Ma non fa niente, perché ringraziare basta e avanza e gli uomini sono uomini anche qui. Proprio come l’autunno.

E cadono le foglie sui tram e sulle salite. Non c’è stagione più bella dell’anno in cui viaggiare.

Pessoa con il suo peso dentro l’anima e tutte le personalità nella testa.

Saramago ne aveva una sola invece, ma ogni libro era tutta l’umanità con dentro tutta la sua storia. L’emozione di vedere i suoi manoscritti nella Casa dos Bicos, la sua macchina da scrivere, i suoi occhiali. Si sottovaluta la bellezza degli occhiali, per chi li usa e non.

Saramago che correggeva ogni riga, cambiava tutto durante la rilettura. È così che si fa. Con i libri si può, con il mondo un po’ meno, con i figli per niente.

Sonno zero, stanchezza ancora meno.

È paradiso concludere la giornata con un bagno caldo condiviso con un lento amore immaginario che entra nudo dalla porta e spegne le luci senza chiedere il permesso.

Parla portoghese ma ci capiamo perfettamente.

Un profumo morbido, di terra fresca e frutta, riposa sul cuscino.


Giorno 1, ore 19.55 – In stanza d’albergo


© Maurilio Di Stefano, 2018

Comentarios


bottom of page