UN GIRO IN SICILIA: GIORNO 12
- Milo
- 9 ago 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Giorno 12
ESERCITO DELLA SPERANZA
Meridiane. Orologi astronomici che al posto dei dodici numeri hanno i simboli dei dodici segni zodiacali. Uno scheletro d’oro con falce – anche quella d’oro – che aspetta al varco tutti i passanti e forse anche tutto il resto dell’umanità.
Sembra l’ambientazione di un racconto di Poe, ma è solo il centro storico di Messina. E sotto questo sole di agosto è tutto tranne che inquietante. Si tratta solo di me, che cerco simboli e misteri dappertutto; e siccome io li cerco poi loro trovano me.
Non avevo idea esistesse una cosa chiamata ‘fenestella confessionis’, una piccola apertura attraverso la quale i credenti potevano avvicinarsi il più possibile a guardare le spoglie di questo santo o di quel martire e in certi casi toccarne anche le reliquie a mano nuda. Una specie di San Tommaso surrogato, mi verrebbe da dire. O forse è solo il solito gusto per il macabro. Dipende dai punti di vista suppongo.
Più tardi, nella splendida struttura del Duomo Antico di Milazzo, mi ritrovo davanti le altrettanto splendide opere di Orazio Coco. Non lo avevo mai sentito nominare, figurarsi.
Esercito della speranza. È il nome della mostra. Bello.
Sculture terapeutiche. È il sottotitolo. Bello anche questo.
Ed è davvero un esercito della speranza.
Bimbe. Tante bimbe bianche. Che sorridono, che tendono le manine aperte al cielo, che se ne stanno sedute di profilo un po’ imbronciate. Poi anche dei bimbi, nelle scatole, che si guardano in uno specchietto. E altre bimbe con delle mele in mano accanto a un albero – sono le bimbe-Eva – e persino una crocifissa – è la bimba-Gesù.
Ma niente tristezza o oscuri presagi nel simbolismo cristiano, non qui. Niente martirio, niente sofferenza, niente strazio. Solo speranza, sì.
Tornare a vedere il mare e il tramonto che lecca i profili delle Eolie ha un profumo nuovo, ora.
Un nuovo profilo.
Bello anche questo, indovinato.
© Maurilio Di Stefano, 2017
Comments