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UN GIRO IN SICILIA: GIORNO 13

  • Immagine del redattore: Milo
    Milo
  • 10 ago 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Giorno 13

UN MOSAICO FATTO DI STELLE


Enna assomiglia un po’ a Ragusa e ti accoglie con la sua calma serafica di grosso paese al riposo.

La casa che ospitò Cicerone, il mistico scenario dei caduti in guerra elencati alle pareti tra gli affreschi di una chiesa, le faccine dei putti e gli animali ibridi, metà se stessi e metà uomini, che sostengono da secoli colonne, baldacchini e pulpiti come esperimenti genetici malriusciti e adibiti a strutture di sostegno per non mandarli del tutto sprecati.

Ma sono i mosaici di Piazza Armerina, si sa, a rubare la scena.

(Va bene, va bene, lo ammetto, che male c’è?, io credevo che Piazza Armerina fosse il nome di una piazza di Enna: continuo ancora oggi a consolarmi ripetendomi che di sicuro ci sarà cascato anche qualcun altro oltre a me.)

Lo stato di conservazione è strepitoso.

Mentre cammino nell’antica villa romana e osservo i pavimenti mosaicati mi domando quante tesserine ci saranno volute. E quanto lavoro di uomini. Quelle tessere sono come gli atomi che compongono un corpo, penso. E le persone che ci lavorano e le mettono in ordine e le rendono belle sono tutti gli avvenimenti e le coincidenze che hanno portato quel corpo ad essere concepito e generato, penso.

Allora, penso, dovremmo tutti fare del nostro meglio per conservare i nostri corpi, proprio come gli addetti ai lavori conservano questa villa stupefacente. Perché i nostri corpi sono il dono di un’antichità molto più distante del IV secolo dopo Cristo; così come ognuno, ogni singolo dei nostri atomi deriva da molto più in là del più remoto angolo del mondo dove si possono reperire tessere per un mosaico romano.

Insomma, siamo ammassi biologici fatti di polvere di stelle, dicono. E allora vediamo di vivere come se ci credessimo.



© Maurilio Di Stefano, 2017

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