UN GIRO IN SICILIA: GIORNO 5
- Milo
- 2 ago 2017
- Tempo di lettura: 1 min
Giorno 5
POSTI DA RILEGGERE
L’apparizione solitaria del tempio di Segesta, che sorge in mezzo agli alberi baciato dal sole dei millenni, ha molto in comune con quella di Erice e dei suoi bei grigi illuminati. Arabeschi in pietra fuori come dentro le chiese, maschere apotropaiche dalle smorfie inquietanti.
Poi di fuori una vista che mozza il fiato sui corpi di balene primitive delle tre sorelle note come Egadi. Il blu del mare è un blu che è ovunque. E, per chi ama certe storie, visto da quassù non può che essere davvero il mare di Archimede, di Ulisse, di tutti i navigatori favolosi veri abbastanza da finire in un poema ma non a sufficienza per insegnare la vita alle generazioni dei posteri.
Infine è proprio qui, sotto una luna bianco panna già sorta alle tre di pomeriggio, che si schiude agli occhi del visitatore l’anima profondamente classica della Sicilia. E quelle due paroline, Magna Grecia, che per me che sono di Roma e qui non ero mai venuto finora non erano che roba studiata sui libri di scuola, diventano finalmente un posto vero che si può toccare, respirare e tornare ad amare.
Per dirla tutta in una parola, un posto che è venuta l’ora di rileggere.
© Maurilio Di Stefano, 2017
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